Più silenziosi, meno impattanti sull’ambiente, con la possibilità di essere ricaricati anche durante una breve pausa caffè: i carrelli elettrici sono sempre più richiesti dalle aziende e, secondo una indagine diffusa da Hyster, la loro presenza continuerà a crescere nei prossimi anni, con un mercato stimato in 121 miliardi di euro. Ma l’elettrificazione è realmente una scelta conveniente per tutti? Quali gli aspetti da ponderare prima dell’investimento? Lo spiega Hyster.
Le attività indoor stanno davvero passando ai carrelli elettrici?
Riduzione delle emissioni di carbonio, una maggiore consapevolezza e attenzione alle tematiche ambientali: non si ferma, secondo i dati forniti da Hyster, la crescita del mercato dei carrelli elettrici. Secondo uno studio condotto da Global Market Insights, società di ricerche di mercato, nel 2021 il mercato dei muletti elettrici è stato valutato in 50 miliardi di dollari (circa 46 miliardi di euro), ipotizzando, entro il 2030, un costante incremento.
È del 10 per cento, invece, la percentuale del tasso di crescita annuo composto prevista entro i prossimi 6 anni, toccando così un valore stimato di 130 miliardi di dollari (circa 121 miliardi di euro). Numeri in costante aumento, secondo le previsioni fornite da Hyster, anche per il segmento dei carrelli da magazzino.
Le opzioni di alimentazione elettrica possono offrire prestazioni paragonabili a quelle dei modelli con motore termico?
Sono diversi gli aspetti positivi delle attuali opzioni elettriche disponibili evidenziati da Hyster, a partire dalla possibilità di offrire, racchiusa in un dispositivo dimensioni contenute, una potenza che resta costante fino all’esaurimento della ricarica e che, come afferma il produttore, “le avvicina alle prestazioni dei modelli con motori termici”.
Ulteriori punti di forza delle batterie agli ioni di litio e al piombo puro a piastre sottili (TPPL) sono il tempo di ricarica più rapido rispetto alla batteria al piombo e la possibilità di biberonaggio, che permette di sfruttare anche una pausa breve, come quella per il caffè, per accumulare nuova energia.
Quali sono i vantaggi del passaggio dai modelli a motore termico a quelli elettrici?
Ridurre le emissioni non è più solo una decisione imposta dalla legge, ma una scelta obbligata per arginare le conseguenze dei cambiamenti climatici che quotidianamente sono sotto gli occhi di tutti. Optare per carrelli ad alimentazione elettrica può aiutare una azienda a soddisfare gli standard normativi e raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
A differenza di quanto accade per le batterie al piombo, che in fase di ricarica emettono una certa quantità di gas e necessitano di un apposito spazio in cui essere rifornite, le batterie agli ioni di litio e TPPL sono a zero emissioni. Livelli di rumorosità ridotti e qualità dell’aria migliore di cui beneficia non solo l’ambiente, ma anche i dipendenti. Un ulteriore vantaggio che Hyster illustra nella sua analisi, riguarda la manutenzione dei mezzi: fermo restando che non esiste carrello che non abbia necessità di manutenzione, “I requisiti di manutenzione associati a particolari fonti di alimentazione variano.
Le trasmissioni elettriche hanno meno componenti e sono meno complesse rispetto ai motori termici, e una particolare fonte di alimentazione elettrica, gli ioni di litio, non richiede alcuna manutenzione o equalizzazione della batteria”.
Elettrificazione: una scelta per tutti?
Conoscere i propri obiettivi, esigenze e limiti, permette di programmare quale sia la strategia migliore da adottare per la propria azienda: l’elettrificazione può rappresentare una scelta vincente, ma occorre ponderare al meglio tutte le variabili. Sono infatti diversi i fattori che influenzano la scelta della forza motrice più appropriata, come il tempo di funzionamento, la temperatura, la tolleranza ai costi, i requisiti relativi alle emissioni e, ulteriore fattore non trascurabile, l’affidabilità dell’infrastruttura elettrica aziendale e della rete elettrica locale.
Stabilimenti situati in aree con reti elettriche che non riescono a erogare la necessaria potenza possono infatti andare incontro a cadute di tensione, dovendo così interrompere l’attività lavorativa, in particolare quando si caricano apparecchiature alimentate agli ioni di litio. Anche lo spazio è una importante variabile da tenere in considerazione: potrebbe essere necessario utilizzare una area aggiuntiva per lo stoccaggio delle batterie o per l’installazione dei caricabatterie.
L’elettrificazione può essere onerosa?
Naturalmente, anche l’elettrificazione, ha un suo costo, da valutare attentamente in fase di progettazione. Ad esempio, è importante scegliere il corretto dimensionamento delle batterie agli ioni di litio e dei relativi caricabatterie, calibrandoli sulle effettive esigenze infrastrutturali e operative, evitando sovrastime, così da contribuire a contenere le spese.
Ulteriore consiglio suggerito da Hyster è il considerare non solo la stima e il confronto dei costi di acquisizione iniziali, ma calcolare anche il costo totale di esercizio per l’intera durata del carrello: manutenzione, spazio e spesa energetica possono incidere, e non poco, sul valore dell’investimento, spostando l’ago della bilancia su un tipo di alimentazione rispetto a un altro.
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