Investire in comunicazione è, indubbiamente, uno dei modi più efficaci per accrescere la visibilità aziendale: affidare a un professionista il compito di raccontare la propria realtà permette di farsi conoscere attraverso immagini e parole obiettive e mirate, che arrivano dritte al punto. Se lo si può fare usufruendo degli incentivi che lo Stato da qualche anno mette a disposizione, il guadagno è doppio: da un lato si è sicuri che il proprio messaggio arriverà alle persone giuste, dall’altro che le spese per remunerare il lavoro del professionista potranno essere in parte – in una percentuale variata nel corso degli anni- dedotte sotto forma di credito d’imposta in compensazione.
Il bonus pubblicità viene istituito quindi nel 2017 per aiutare le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali a effettuare investimenti pubblicitari sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali. Nel corso degli anni è stato oggetto di numerose modifiche – anche per fare fronte ai pesanti scossoni provocati dagli eventi eccezionali che stiamo vivendo a tutt’oggi -, che non ne hanno snaturato l’ossatura principale. Fino a ora. A partire dal 2023 infatti le condizioni cambiano nuovamente introducendo diverse modifiche, come il ritorno dopo due anni di assenza dell’obbligo di investimento incrementale rispetto all’anno precedente.
Se nel triennio 2020-22 per accedere all’agevolazione veniva infatti meno il presupposto dell’aumento di spesa rispetto all’annualità precedente, a partire dal 2023 chi vorrà usufruire del bonus pubblicità dovrà effettuare investimenti già nel corso del 2022 e l’anno successivo dovrà spendere, sempre sullo stesso mezzo d’informazione, almeno l’1 per cento in più.
Ma l’aumento della spesa non è l’unica condizione che ricompare del 2023: torna a salire anche la percentuale del valore del credito d’imposta. Se nel triennio precedente era stato fissata al 50 per cento, il prossimo anno il credito dell’imposta è previsto nella misura del 75 per cento del valore incrementale degli investimenti effettuati.
Rispetto alle origini poi, non sono più agevolate le campagne pubblicitarie su radio e tv, ma solo quelle su stampa -quotidiana e periodica – anche online. Le risorse sono pari a 30 milioni di euro l’anno e vengono ripartite sulla base della disponibilità, in modo proporzionale, fra gli aventi diritto ammessi.