L’analisi di Anima riporta preoccupanti riflessioni per l’economia del tessuto industriale, ora ulteriormente aggravata dal tragico evento
Nell’Europa del 2022, almeno fino a qualche giorno fa, sembrava che la parola “guerra” potesse essere relegata per sempre ai libri di storia ma, contro questa convinzione, il mondo si trova ad assistere al tragico conflitto tra Russia e Ucraina.
Drammatiche le conseguenze umanitarie, come testimoniano le immagini di questi giorni, e altrettanto lo sono quelle economiche: l’accennata ripresa post-pandemia del 2021 subisce una nuova battuta d’arresto, con un vertiginoso rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’energia elettrica.

“La situazione geopolitica attuale avrà ripercussioni sull’intero tessuto industriale e sul costo della vita in generale per tutte le famiglie italiane” – così commenta il presidente di Anima, Marco Nocivelli, che prosegue – “L’industria meccanica parte da una base solida, ma un aumento ulteriore dei prezzi e la possibilità di un “blocco” del mercato russo rischiano di avviare una fase di recessione. In questo momento è necessario che le istituzioni italiane ed europee guardino con attenzione al mercato per frenare le strategie speculative volte a valorizzare le commodity, ormai trattate come veri e propri asset finanziari”.
Il conflitto e le pesanti sanzioni economiche dell’Unione Europea nei confronti della Russia vanno ad addizionarsi a una situazione economica già provata dalla penuria di materie prime, dal rallentamento delle catene di fornitura e dall’aumento dei costi energetici. “Il timore – dichiara Achille Fornasini, professore all’Università degli studi di Brescia e coordinatore dell’osservatorio congiunturale di Anima Confindustria – è che i blocchi produttivi ucraini e le sanzioni contro la Russia possano provocare nuovi shock sul lato dell’offerta di materie prime e di semilavorati, determinando impatti devastanti sui prezzi e sulle potenzialità di fornitura di commodity necessarie alle nostre filiere produttive”.
Come spiega il professore, la Russia è infatti tra i principali produttori mondiali di petrolio e gas e, insieme all’Ucraina, si trova ai vertici anche nella produzione di alluminio, rame, nichel, ghisa, palladio, grano e fertilizzanti. Il conflitto potrebbe gravare inoltre sul trasporto logistico del Mar Nero, dove si realizzano spedizioni di metalli e altre materie prime.
Il nuovo scenario geopolitico sarà quindi determinante per l’economia industriale e complicherà le attività di previsione “Anima Confindustria – conclude Nocivelli – continuerà a monitorare i mercati tramite l’osservatorio periodico “Focus Materie Prime”, uno strumento utile per aggiornare e supportare le aziende della meccanica”.