Prezzi dell’energia e per trasporti arrivati alle stelle, carenza di materie prime e microchip, forniture scarse e ritardi nelle consegne: sono le difficoltà con cui si stanno confrontando molti settori produttivi del sistema manifatturiero italiano. In futuro la situazione potrebbe peggiorare con la crescita dell’inflazione e un ulteriore rincaro per i prezzi del gas. A lanciare l’allarme sulla situazione è Anima Confindustria, l’organizzazione industriale di categoria che, all’interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine.
I problemi, secondo l’organizzazione, sono iniziati con la pandemia e si sono accentuati con la guerra in Ucraina: “Questi problemi alimentano incertezze e instabilità dei mercati – spiegano dall’– sui quali si abbattono anche gli effetti di un’inflazione pervasiva, che a sua volta alimenta timori di strette monetarie dalle ricadute potenzialmente depressive”.
Una vera e propria emergenza che colpisce prima di tutto le aziende meccaniche che, come sostiene il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli “continuano a soffrire la mancanza di materie prime e microchip, spesso non riuscendo a evadere gli ordini in tempi brevi”. Particolarmente colpite le aziende legate al settore edilizia che non riescono a soddisfare la costante richiesta del mercato e quelle di trasformazione che trattano acciai e lamiere, alluminio e bronzo. Coinvolte anche le aziende di meccanica che, da un lato, subiscono l’innalzamento dei prezzi dei materiali che devono lavorare e dall’altro, non possono chiedere ai clienti un pagamento maggiore e quindi i margini si stanno riducendo sempre di più, mandandole in affanno.
Anima Confindustria ha la sua ricetta per risolvere le difficoltà, almeno temporaneamente. “Sono necessari tre passaggi – evidenzia ancora Nocivelli –. Prima di tutto, aumentare la produzione di acciaio in Italia. In secondo luogo, intervenire sul tema dei noli marittimi, rincarati anche del più 500 per cento in alcune tratte con un effetto devastante sul prezzo dei materiali importati in Italia. Infine, è necessario intervenire in maniera strutturale sul caro energia, permettendo alle aziende di alleviare l’incidenza delle bollette sui costi aziendali”.
Secondo Achille Fornasini, professore all’Università degli studi di Brescia e coordinatore dell’osservatorio congiunturale di Anima Confindustria presto potrebbero emergere ulteriori problemi legati all’inflazione. “Mentre la Banca Centrale Europea per il momento non tocca i tassi malgrado l’inflazione galoppante sospinta dalla mostruosa bolletta elettrica, la Federal Reserve li alza per raffreddare la domanda interna – sottolinea il professore – . Il divario tra i rendimenti dei bond americani ed europei rafforza il dollaro che contribuisce ad acutizzare l’inflazione europea a causa dell’aumento dei valori in euro dei beni importati”.
Per Fornasini “se l’inflazione persisterà ai livelli attuali anche la BCE sarà anch’essa costretta ad alzare i tassi: ciò significherà una ulteriore penalizzazione per le nostre imprese, che già vedono alzarsi i costi sui finanziamenti bancari con conseguenti disincentivazioni agli investimenti”.