Il Made in Italy del processing e packaging ad alta specializzazione, le produzioni di macchinari per sollevamento e le relative esportazioni in salita
E’ questo il quadro sintetico che emerge dai dati di settore rilevati dalle associazioni di categoria (fonte Ipack-Ima su dati ANIMA e UCIMA, 2014). L’industria italiana del packaging e del processo alimentare – considerando l’intera filiera e tralasciando i sistemi di movimentazione e sollevamento – vale 38 miliardi di euro: 8 miliardi dati dal settore beni strumentali, quindi tecnologie, macchine e sistemi e 30 miliardi di euro dati dal settore imballaggi (fonte Ipack-Ima su dati Istituto Italiano Imballaggio, 2014).
In particolare, sul fronte tecnologie e macchine, la produzione italiana rappresenta un mercato di assoluta eccellenza, con una media di export superiore al 70%, che arriva all’80% per la parte packaging. In questo comparto produttivo la quota di mercato internazionale dei produttori del nostro Paese è infatti pari al 26,5%, analoga a quella dell’altro grande paese manifatturiero, la Germania (fonte UCIMA).
La filiera in Italia impiega globalmente 139.167 addetti, di cui oltre 105.000 nel settore imballaggi e oltre 34.000 in quello dei beni strumentali.
In base ai pre-consuntivi 2015, l’industria del packaging e del processo alimentare si mostra sostanzialmente stabile. Sul fronte macchine per il confezionamento e l’imballaggio il fatturato, con 6,1 miliardi di €, si mostra sostanzialmente in tenuta, con soli 100 milioni di euro in meno rispetto al 2014. Finalmente in ripresa il mercato interno, con un +1,4% rispetto al 2014. Positivo anche il trend per le macchine per l’alimentare, sia in termini di produzione (+2,1%) che di export (+2,5%). Per quanto attiene invece al processing e packaging ad alta specializzazione, l’eccellenza tecnologica della produzione italiana di macchine e attrezzature per l’industria delle carni, largamente riconosciuta e apprezzata nel mondo, ha consentito di affrontare con minore impatto la crisi degli ultimi anni.
In particolare, secondo i dati Assofoodtec, il settore ha chiuso il 2014 con un incremento del valore della produzione pari al +1,1%, recuperando di gran lunga la lieve flessione rilevata nel 2013. Anche le esportazioni, che assorbono quasi il 70% dell’intera produzione, presentano una crescita nel 2014 pari al 15%, incremento che ha più che compensato il calo subito nel 2013 (-8%).
Il valore esportato nel 2014 è stato di quasi 130 milioni di € (fonte Istat).
L’Italia occupa una posizione di rilievo nella graduatoria dei principali paesi esportatori mondiali di macchine ed impianti per la lavorazione delle carni: è il quarto esportatore mondiale. Anche per 2015 si stima un ulteriore incremento della produzione come pure delle esportazioni (fonte Assofoodtec).
Allo stesso modo, la produzione di macchine e stampi per materie plastiche e gomma valeva 4 miliardi di Euro nel 2014 ed il consuntivo 2015 conferma un fatturato in crescita sull’anno precedente. Resta costante il numero di addetti, pari a 13.500 per circa 900 aziende.
Positivo anche l’andamento dell’export verso l’Europa – che peraltro si conferma principale destinazione delle vendite oltreconfine – ma in questo caso si assiste alla dicotomia tra i mercati UE, in ascesa del 13%, e quelli extra Unione, che arretrano complessivamente del 4%, ancora condizionati dall’andamento decisamente negativo delle vendite alla Russia. Infine, se per il Far East si evidenzia una chiusura positiva rispetto al gennaio-settembre 2014 (bene Indonesia e Tailandia; stabile la Cina), il Medio Oriente mostra una contrazione riconducibile alla frenata di Arabia Saudita e al precedente stallo con l’Iran, le cui prospettive sono però ora in netto miglioramento.
Secondo i dati ACIMGA l’Italia è leader nelle produzione di macchine per la stampa rotocalco, flessografica e in quelle per la cartotecnica e il converting. Anche in questo comparto molto forte la vocazione all’export, con centocinquanta imprese di dimensioni industriali (che occupano circa 7.000 addetti) al cui fianco operano numerose imprese medio piccole, specializzate a livello produttivo e tecnologico, le quali hanno messo a punto una sinergia vincente tra evoluzione organizzativa, innovazione e sviluppo tecnico. Con l’ulteriore caratteristica di rappresentare, soprattutto nel settore del converting, l’eccellenza qualitativa mondiale, capace quindi di attirare verso le manifestazioni sia l’intera community italiana sia importanti e numerosi visitatori esteri.
Guardando all’intera filiera – Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione – in Italia parliamo di un giro di fatturato di oltre 30 miliardi di Euro, circa 200.000 addetti e una quota di export pari al 30% circa. Con una ritornata propensione agli investimenti da parte degli stampatori, come si rileva dai dati ARGI 2014. Secondo l’osservatorio ARGI vi è stata infatti una crescita di fatturato del comparto pari al 19+7% rispetto all’anno precedente, numero che sale al 24,5% se si paragona il solo fatturato di sistemi di stampa (hardware). Oggi circa il 25% del fatturato di printing è destinato al settore dell’imballaggio e del packaging, valore percentuale destinato a crescere Per la produzione di macchine di converting e di pre-stampa è ancora maggiore l’importanza di confezionamento e imballaggi, tanto da arrivare a rappresentare negli ultimi anni oltre il 50% del fatturato.
Per quel che riguarda le macchine per il sollevamento ed il trasporto, dati alla mano, salgono produzione ed esportazioni. Secondo i dati di preconsuntivo di ANIMA, il settore ha raggiunto nel 2014 circa 4 miliardi di Euro di valore produzione (2,7 miliardi per il settore sollevamento e trasporto e 1,3 per i carrelli industriali semoventi), con un valore medio dell’esportazione pari al 31%. In leggera crescita il preconsuntivo 2015, con un +1,8% per la parte sollevamento e trasporto e +4,9% per i carrelli industriali semoventi. Trend positivo anche per le esportazioni, la cui percentuale, rispetto alla produzione, sale al 32%. I principali mercati di sbocco rimangono quelli europei, ma i mercati asiatici cominciano ad assumere quote rilevanti. Stabile l’occupazione, con 14.435 addetti.