Il caro materie prime aveva già messo a dura prova la resistenza di numerose aziende italiane, adesso accanto l’aumento dei prezzi, arriva il caro energia, legato al conflitto in Ucraina, con le bollette che lievitano mese dopo mese.
Una situazione insostenibile per tantissimi settori, anche per la meccanica italiana.
Anima Confindustria, infatti, lancia l’allarme: “I prossimi mesi rischiano di aggravare sensibilmente le prospettive future del settore manifatturiero – sottolinea la Federazione delle Associazioni nazionali dell’industria meccanica varia ed affine –: il pericolo è che i costanti rincari dell’energia e l’inflazione galoppante possano portare a un fermo della produzione o a una chiusura definitiva di numerose aziende”.
A spiegare nel dettaglio la situazione è il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli: “A partire dallo scorso anno, stiamo vivendo una fase di forte e inarrestabile crescita dei prezzi, causata dapprima dalla difficoltà per le imprese di reperire materie prime e microchip – sottolinea il presidente –, poi da un aumento dei costi logistici, e infine dall’incremento vertiginoso dei costi di energia e gas naturale in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022. Tutte queste concause stanno mettendo a dura prova le aziende italiane della meccanica, che registrano margini di profitto sempre più ridotti. Andando avanti di questo passo, non converrà più mantenere i macchinari accesi”.
Una situazione difficile per un periodo particolarmente lungo in cui le varie imprese hanno tentato di reagire.
“Come dichiarato anche dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, fino a oggi le nostre imprese sono state in grado di portare avanti le attività produttive – evidenzia Nocivelli –, ma già in queste settimane si sono verificati casi di bollette decuplicate rispetto al 2021. Come se ciò non bastasse, in autunno le previsioni sono ancora più pessimistiche: sono attesi, infatti, nuovi rincari energetici, mentre l’inflazione dei mesi scorsi sulle materie prime continuerà a colpire i prezzi al consumo”.
Secondo il presidente di Anima Confindustria: “È necessario supportare il tessuto industriale italiano e agire in maniera decisa, a livello nazionale e comunitario, per limitare gli aumenti spropositati dell’energia e per ridurre i consumi, supportando le tecnologie efficienti e sviluppando una filiera di energie pulite e rinnovabili”.